Per chi di voi non conosce Ben, vi posso dire che è un ragazzo australiano che vive in Islanda e ha collaborato con Bjork , Eno e Sigurosson.
In particolare la performance di Milano prevedeva 6 chitarre amplificate (tutte chitarre di un certo tipo come Fender Jaguar, Telecaster, Gibson...) con Marshall valvolari , Fender e Ampeg. Due ampli per tipo.
In più c'erano 6 fiati microfonati con degli Electrovoice RE20 , di solito usati per la cassa della batteria ma in questo caso ottimi per via della loro proprietà di riduzione dell'effetto prossimità (aumento delle basse frequenze quando una fonte sonora è molto vicina al microfono).
I fiati stavano dietro al mixer e in tondo, ad accerchiare il pubblico, c'erano gli ampli.
Tutte le fonti sonore entravano nel mixer di Ben, che giostrava come un folletto delle foreste il sound complessivo : dalle attese inquietanti alle bombe sonore di basse frequenze.
In più con l'utilizzo di una vecchia versione di Ableton Live, il caro Ben, ci perforava le orecchie con piccoli cluster di synth a mò di battito in quattro quarti e verso la fine anche con dei bassi devastanti ( ad un certo punto guardavo il soffito per capire se doveva crollarmi addosso qualcosa o meno).
Il live è durato poco più di 50 minuti, durata breve ma favorevole al tipo di esperienza.
Quello che più mi ha stupito è stata la partitura. Esatto, nulla di improvvisato o comunque poco, visto che i fiati avevano la partitura e i cluster di synth partivano con sequenzialità.
Mi sono anche sentito orgoglioso di essere italiano per la prima volta quando ho visto uno dei chitarristi (italiano appunto) sanguinare dopo la performance.
Ecco il video testimonianza :
Nota Bene : Ben era a piedi nudi in Stazione Centrale.
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