Prima o poi dovevo prenderlo,
con la scusa del "lo usiamo per la band" (che poi è vero , il buon Tommy Shock ci delizia ogni martedì sera con le sue estemporanee al Microkorg), l'ho comprato a socio con il mio tastierista.
La prima volta che lo vidi in azione fu nel 2009, durante lo stage che feci al Music Production studio, per il progetto INDEEPANDANCE (se non sapete cos'è , sappiatelo).
Lo usava Vittorio Cosma e vuoi le sapienti mani, vuoi le potenzialità della macchina, rimasi folgorato.
(Nella foto sopra sono al Jungle Sound di Milano mentre esprimo la mia gioia dopo aver montato la strumentazione per le prove del live di Indeepandance... davanti ho un bel Microkorg smaniante per le dita di Vittorio)
Il Microkorg ha un suo marchio di fabbrica sonoro e timbrico ben marcato, forse ancora più del Moog.
Questo lo rende sia affascinante che limitante per certi versi.
Devo però dire che, per quanto riguarda la produzione dell'EP della mia band , i Glass Ballerina (in uscita a breve), ci ha regalato diversi momenti estatici.
L'unica qualità che mi lascia perplesso è il Vocoder, che trovo poco coinvolgente nell'utilizzo, mentre l'arpeggiatore e le infinite modulazioni possibili lo rendono un elemento immancabile nel set up del Mordecai Recording Studio.
Lo userò sicuramente per produrre basi Hip Hop, Sound Scapes ed effetti sonori.
Si adatta anche benissimo a supportare suoni percussivi e sicuramente in unione ad una batteria vera
suonata, produrrà risultati sorprendenti.
Usato lo si trova anche alla modica cifra di 200 euro; davvero modica se si pensa ai risultati che può apportare ad una band o in uno studio.
Ci tengo a precisare che non ho una percentuale sulle vendite della Korg ... è che proprio mi piace!
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