Benvenuti

Marco Molteni:
Sound designer , sound engineer e studio owner.

mercoledì, marzo 31, 2010

Suona meglio Reason o uno studio da 20000 dollari?

Il sito Music Radar propone un test molto interessante:

http://www.musicradar.com/news/tech/blog-listening-challenge-test-your-ears-126097

è un blind-test , ovvero ci sono due mixaggi della stessa canzone. Uno fatto in Reason 4, in casa, spendendo 300 $. E uno fatto in Pro Tools in uno studio da 20000 $.
Quale suona meglio? E quale è fatto in Reason? Quale in PT?


Per me la differenza è palese, per voi??

martedì, marzo 30, 2010

PRO AUDIO: passione costosa… oppure no?

Partiamo subito con un esempio.
Sto per aprire il mio studio di registrazione e mi voglio attrezzare con dell' outboard di qualità: Universal Audio, Apogee, Chandler Limited , solo per citare alcuni dei marchi più famosi e in voga.
Qui si aprono diversi universi:

1) l'Hand Made

2)il Made in China



L'HAND MADE (in Italy):

Può essere un'ottima scelta se le macchine sono costruite o da una persona di fiducia o da qualcuno che ha referenze.
Personalmente mi sono imbattuto in gente che prometteva dei cloni di Pultec o Fairchild garantendo di offrire il tipico suono vintage tanto blasonato. E il tutto per pochi (si fa per dire) migliaia di euro.
Questa gente gioca sul desiderio insito in ogni suond engineer, cioè :" i miei mix devono suonare diversi! devono essere caldi!".

Attenzione alle false promesse!

 Originali Pultec e Fairchild:



L'altra faccia del made in italy sono persone serie che costruiscono linee proprie di macchine per la manipolazione dell'audio.
Grandi macchine, qualità insuperabile... ma grandi costi.
Non dico che i costi non siano giustificati, voglio solo dire che per chi volesse spendere relativamente poco e ottenere molto (e si può), questa non è la strada purtroppo.
Questa può essere la strada per chi volesse qualcosa di particolare, di esoterico che non tutti hanno o si possono permettere.


Il MADE IN CHINA


Per prima cosa bisogna addentrarsi nel mondo delle aziende produttrici per capire meglio come funziona.
Quasi tutto è made in China. Ormai anche nel nostro settore.
Questo perché per le grandi aziende c'è un risparmio grandissimo nel far produrre le proprie macchine in Cina.
Purtroppo per i consumatore, questo non si traduce in un grande risparmio, anzi, i prezzi si gonfiano e la qualità diminuisce.

Si, diminuisce notevomente!
   

Ci sono i miraggi made in Cina come i microfoni Aphex.
C'è chi ancora si ostina a dire che i microfoni Aphex 460 sono come gli storici Neumann U47 (la forma forse!)
Io ho 2 Aphex 460, microfono straordinario sotto vari punti di vista, ma non è e non sarà mai un Neumann U47.
Il timbro, il calore, la risposta in frequenza vera (non quella sulla carta) di un U47… è tutto molto diverso!

Tornando alle aziende ho scoperto una cosa sconcertante e rincuorante per tutti quelli che hanno la partitia IVA.
Le aziende che fanno fare tutto in China o Indonesia , rivendono a prezzi mostruosamente gonfiati e così fanno i negozianti.
Alla fine una scheda audio ci viene a costare 4 volte tanto se non di più.

Per chi di noi volesse risparmiare notevolmente :

http://www.alibaba.com/

Alibaba.com è un sito in cui si possono fare acquisti di qualsiasi genere. C'è anche una vasta scelta di strumenti musicali e macchine pro audio. Bisogna avere la partita IVA per acquistare e spesso ci vogliono i quantitativi, ma non per tutto.
Il risparmio è assicurato. Cercando con pazienza si possono trovare schede audio professionali a soli 800 $ (circa 590 euro). Ci saranno tasse doganali da aggiungere e chi più ne ha più ne metta ma non si arriverà mai ai quasi 2000 euro che per il medesimo pagheresti qui in Italia!
Questo vale anche per chitarre, pianoforti, amplificatori , monitor , mixer, ecc…

Scoprirete quante aziende fanno produrre in Cina pur mettendo il bigliettino MADE IN USA solo perché mettono l'ultima vite negli States!





Buoni Acquisti

lunedì, marzo 29, 2010

La Casa che Suona

Durante la mia ricerca in novità riguardo alla costruzione di strumenti musicali innovativi mi sono imbattuto nella "Symphonic house".

COS'é?
La "Casa che Suona" è un progetto di David Hanawalt (architetto) e Bill Close (artista sonoro), si trova in america, precisamente nel Michigan.

Questa casa è una vera e propria opera d'arte che contiene elementi di architettura risonanti come: 2 strumenti a corda giganti che collegano i diversi piani della casa attraverso le scale che fungono da camera risonante.

Clicca QUI per un esempio video dell'arpa più piccola.

Questa invece è l'arpa grande:




Queste corde sono intonate secondo la loro lnghezza , per esempio per creare il Do centrale del pianoforte hanno usato una corda lunga più di 12 metri.  Sono state utilizzate corde così lunghe per evitare di stressare l'edificio. Infatti se le corde fossero state più corte avrebbero dovuto essere molto tese con conseguente pericolo per la struttura portante.
Una delle 2 arpe giganti è all'esterno e suona tramite il vento, il suono poi viene convogliato nella sala principale della casa così da armonizzare con tutti gli altri strumenti.

IL SUONO:
Tutti gli strumenti presenti nella casa sono a corda e il musicista per suonarli nel modo corretto deve indossare guanti di cotone e stare molto attento alla lungezza delle note suonate.
Si usano guanti di cotone con colofònia in polvere sulle dita. La colofònia è una resina che si usa sugli archetti dei violini per ottenere l'attrito corda/crine.
In effetti il suono risultante è simile agli strumenti ad arco anche se più risonante e con armoniche più alte.


Per un esempio sonoro clicca QUI!

Esempio 2 clicca QUI!


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giovedì, marzo 25, 2010

Canto, anzi parlo: Lo Speech Level Singing.


COS'è?

Lo Speech Level Singing (abbreviato SLS) è una tecnica di canto americana inventata da Seith Riggs, famoso vocal coach di Micheal Jackson e Ray Charles.
La tecnica consiste nel mantenere la laringe stabile durante il sali-scendi delle note, in modo da poter "cantare a livello parlato", cioè senza sforzo.
SLS non è una tecnica adatta ad un particolare genere, bensì fornisce al cantante un metodo per poter cantare il genere che vuole.
Da Micheal Jackson a Steve Wonder , passando per Ozzy Osbourne e Liza Minelli, si nota come la maggior parte dei grandi cantanti della storia abbia praticato lo speech level singing con risultati notevoli.

A COSA SERVE?
SLS serve a sviluppare una voce personale , potente ed espressiva. Inoltre ha azione preventiva contro noduli e altre complicazioni dovute ad un uso intensivo e sbagliato della voce.

DOVE?
In Italia l'unico insegnante certificato SLS è Michele Fischietti.
In caso di problemi alla voce o anche solo per un controllo ,
il medico giusto è il foniatra Franco Fussi

ESEMPIO:
Micheal Jackson si esercita al telefono col Sign. Riggs

PRO:
- avrai una voce naturale, potente ed espressiva senza sforzo.
- non danneggia anzi produce beneficio alla laringe.
- si migliora velocemente

CONTRO:
- il metodo è adatto al canto melodico non a quello urlato.
- il costo delle lezioni è eccessivo.
- richiede molto allenamento per mantenere il livello qualitativo della voce.

ESERCIZIO :
Ecco uno degli esercizi di SLS di Seith Riggs. (è in inglese)


Personalmente ho provato la tecnica SLS con notevoli risultati, in soli 3 mesi di lezioni settimanali ho ampliato la mia estesnione vocale, mi sono intonato maggiormente e ho scoperto di arrivare in tonalità femminili!!
Poi le tonalità femminili non le ho sviluppate, però sapere quello che si ha a disposizione è utile.
Sono stato a lezione da Fischietti ,un vero professionista.
La lezione si svolge così: riscaldamento , esercizi di scale con diverse vocali e sillabe, poi vibrati quando si è caldi.
Ogni lezione viene registrata, quindi è poi riascoltabile a casa. Il bello è che ci si può allenare sulla lezione fatta in modo da ricordarsi esattamente quali sono i punti deboli e i passaggi da correggere.
Lo speech level singing lo consiglio a tutti i cantanti, l'unica cosa è che Michele è a Milano; spesso gira per seminari e credo ,sotto richiesta, che sia possibile fare lezione via skype.
Il difettone del metodo SLS è che è tremendamente costoso. Almeno qualche lezione ne vale la pena, soprattutto se si è convinti di fare i cantanti, coristi, attori o speaker nella vita.

BUON CANTO!

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mercoledì, marzo 24, 2010

Home Recording: Come registrare la chitarra elettrica efficacemente in 10 mosse.

Registrare la chitarra elettrica in modo professionale non è cosa semplice; gli ambienti, la posizione dei microfoni, la stanza con acustica corretta, la strumentazione di classe A, i pre, compressori, ecc...
C'è un metodo però che permette di avere registrazioni professionali spendendo pochi soldi.

Il "metodo della coperta" è stato utilizzato anche in svariati dischi professionali e da band del calibro dei Dream Theater.

Veniamo al dunque:

1) Capire il genere che state per registrare. Questo metodo funziona soprattutto con chitarre dure, quindi metal, hard rock e volendo anche pop (se ci sono chitarre molto distorte nella canzone)

2) Procurarsi una chitarra bella, fatevela prestare se non l'avete (una strato USA va benissimo, oppure una John Petrucci per rimanere in tema). Con una chitarra economica non si porta a casa nulla. Per evitare ronzii (se ci sono) collegate un filo di rame tra voi e il ponte della chitarra (per esempio dal mignolo della mano destra per arrivare poi al ponte).

3)Usare una cassa per chitarra qualsiasi (2 o 4 coni va bene) e una testa a piacimento , basta che sia valvolare (Marshall o Mesa per esempio). Va benissimo anche un combo valvolare.

4)Se usate effetti collegateli in send e return. I distorsori invece in linea diretti.

5)Procuratevi un microfono SHURE SM 57. Deve essere in ottimo stato funzionale. Lo trovate anche a noleggio per pochi euro; Non prendetelo usato perchè di solito sono microfoni che tendono ad essere venduti dopo anni e anni di glorioso servizio (magari in situazioni live con umido, pioggia, botte varie). Se vi va di investire qualcosa con 90 euro massimo lo portate a casa.

6)Usate un programma professionale, come Logic o Cubase per esempio. La scheda audio deve essere qualitativamente buona. Le Fireface 400 sono ottime anche se costicchiano; ma se volete cimentarvi nell'home recording un minimo di budget va preventivato. Più economica è la MOTU 8 PRE, comunque ottima per il risultato che dovete ottenere. Ci vuole una coppia di monitor da studio , ci sono economici anche a 200 euro o meno, usati vanno benissimo, di solito sono oggetti che vengono trattati con molta cura. Cercate le KRK Rokit 5 o le Yamaha NS-10.

7)Ora che il set up è completo posizionate l'ampli nella stanza dove avete il computer (o meglio il Mac :D:D). Posizionate l'SM 87 in concomitanza del centro del cono a 3/5 cm massimo dalla retina. Il microfono può avere inclinazioni e posizioni diverse a seconda del gusto del fonico. Per ora mettetelo dritto davanti al centro del cono. L'asta microfonica deve reggere bene. Il cavo XLR con cui collegate ilo mic alla scheda va sempre bene, basta non sia vecchiotto. Settate l'ampli , gli effetti come emglio credete ma attenti, non giudicate mai il suono ascoltandolo direttamente dall'ampli. Giudicatelo solo ed esclusivamente ascoltandolo dai monitor perchè sarà quello che finirà nella canzone!

8)REGOLARE L'AMPLI: è importante non usare gain troppo alti e volumi di master troppo bassi. L'opposto è la migliore soluzione. Se volete un suonaccio distortissimo, provate a registrare un take con un suono che vi sembra poco distorto rispetto al risultato che avete in mente.
Andando a equalizzarlo e a comprimerlo vedrete che "la potenza" del suono aumenta considerevolmente.

9) Mettere una grande coperta sull'ampli in modo che copra anche l' asta microfonica. Deve essere tutto ben coperto tranne gli sfoghi d'aria delle valvole!! In questo modo evitate di catturare in registrazione le riflessioni indesiderate della stanza non trattata acusticamente e nel contempo di assordarvi. Le riflessioni della stanza sono il motivo per cui le registrazioni di solito fanno schifo.

10) Registrate e divertitevi a comprimere, equalizzare e aggiungere effetti ai vostri take.

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martedì, marzo 23, 2010

I segreti di Butch Vig

Tanto per rimanere in tema di produzioni rock:

ecco i a voi i segreti di uno dei più grandi produttori e sound engineer di tutti i tempi




Nella pagina di GearSlutz cliccate a sinistra su "Butch Vig" , poi nel menù a tendina che vi appare, cliccate su "find more posts by butch vig"... in totale sono 284!

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Il suono Smashing Pumpkins

Cosa usavano Billy e Butch per ottenere il suonaccio SP tanto amato??

CLICCA QUI per saperlo!

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Cos'è il range dinamico e il problema della loudness war

E' ciò a cui tutti stiamo rinunciando da 10 anni a questa parte.
Faccio un esempio: stai ascoltando il tuo cd preferito dei Pink Floyd sullo stereo di casa e per sbaglio premi il tasto "change CD".
Tutto tranquillo finchè il cd player sta togliendo il disco che stavi ascoltando per suonare qualsiasi cosa si trovi nell'altra sede del lettore.
Disperatamente ti esibisci in un tuffo carpiato per raggiungere la rotella del volume ma è troppo tardi, l'impianto sta già esplodendo per l'ultimo dei Green Day.
Dopo essere stato investito da un'onda d'urto finalmente riesci a tirare giù il volume e tiri un sospiro di sollievo;
Solo che 10 minuti più tardi inizi a sentire che c'è qualcosa che non va. L'album ti piace molto ma non riesci ad andare avanti ad ascoltarlo. Allora stanco, deluso e confuso spegni tutto.
Questo sembra succedere ogni volta che cambi da un disco classico ad un disco moderno.
Quello che hai appena vissuto si chiama sovracompressione della gamma dinamica.


WELCOME TO THE LOUDNESS WAR!



La guerra del volume è un vero e proprio assalto alla musica (e alle orecchie) ed è stato il segreto di Pulcinella dell'industria discografica dalle ultime due decadi fino ad oggi. Negli ultimi tempi ha raccolto grandi consensi col risultato di volumi sempre più spinti e canzoni sempre più piatte.
La guerra deriva dal desiderio di artisti e produttori di creare dischi che suonino ad un volume sempre più alto o perlomeno maggiore di quello degli artisti e delle etichette discografiche concorrenti.
Bene!
Ma Il problema non è solo quello di ascoltare musica dinamicamente piatta ad un volume insostenibile; il problema vero è che la loudness war sta arrestando i progressi tecnologici della qualità sonora negli anni a venire.

Ecco un'esempio grafico del danno che la loudness war ha fatto negli ultimi 20 anni. Questa è la differenza tra l'onda sonora di una canzone anni 80/90 e una di adesso:



Forma d'onda ANNI 80/90



Forma d'onda di adesso









La seconda forma d'onda è supercompressa, ciò significa che c'è poca differenza tra i picchi e le zone più tranquille del suono. La gamma dinamica di questa canzone è stata drasticamente ridotta.

La musica ,come il parlato, è DINAMICA!

Ci sono momento di tranquillità e momenti di forte intensità (come gli accenti musicali);
Per esempio se una persona parla sottovoce e all'improvviso si mette ad urlare, pur dicendo magari le stesse cose, il significato (nonchè il volume) cambia.
Quindi la dinamica è parte fondamentale della comunicazione musicale.
Quando il dynamic range viene ridotto è come se una persona continuasse ad urlare tutto ciò che dice.
Così non solo si perde l'impatto ma il livello sonoro è sempre costante e così alto da risultare dannoso per l'orecchio.


Dunque perchè si è deciso di sacrificare tutto per il raggiungimento di un volume sempre più alto?

La loudness è sempre stata desiderabile per la musica popolare tradizionale.
Più forte una canzone suona , tanto più sarà distinguibile dal rumore ambientale di fondo e di conseguenza catturerà l'attenzione dell'ascoltatore.
La gente si basa usul valore medio di intensità e non in base alla intensità di picco per giudicare un suono come "più alto". Così, anche se due canzoni raggiungono lo stesso livello di volume in decibel (dB) in un determinato punto , quella con il più alto valore medio sarà percepita come la più forte.
Già nei primi anni '60, le case discografiche si impegnarono nella loudness war quando si accorsero che con i Jukebox , più una canzone suonava forte più catturava l'attenzione dell'ascoltatore.
Il volume divenne oggetto di concorrenza ma le proprietà fisiche dei vinili non consentivano chissà quale aumento di SPL (pressione sonora).
Il mastering su vinile infatti è sempre stato un compromesso tra volume e tempo.

L'avvento del cd venne percepito come un nuovo carburante per la loudness war.
Infatti la gamma dinamica del cd è 96 db contro i circa 70 del vinile.
Tuttavia la compressione non fu subito abusata, infatti si possono ascoltare degli splendidi dischi dei primi anni 80 che sfruttavano tutti i pregi del cd : ampia gamma dinamica, assenza di fruscio e minutaggio maggiore.
L'abuso però non si fece attendere; il jukebox era ancora in voga e i pezzi cominciarono a suonare sempre più forte.
La tecnologia del cd unita ai nuovi compressori digitali, più potenti di quelli analogici, difatti ha permesso di supercomprimere il segnale, aumentando il valore medio e riducendo sempre di più la headroom, cioè lo spazio tra i segnali di valore medio e i segnali di picco.
Se per esempio una canzone non eccessivamente compressa ha i suoi valori di picco a 0 dBFS (zero decibel full scale, dato che un segnale digitale non può eccedere lo zero senza clippare), il suo livello medio sarà attorno a -18 dBFS.
Questa era la logica classica di compressione e di conseguente fruizione della musica da parte degli ascoltatori fino a metà anni '80.
Quando questa decade finì, cominciarono a comparire i primi CD con un livello più forte, ed il volume superò via via il limite digitale fino a raggiungere il clipping; i picchi delle registrazioni quindi si avvicinarono al limite dei 0 dB.
Agli inizi degli anni '90, le registrazioni suonavano forte abbastanza da raggiungere ad ogni picco (o su tutti), gli 0 dBFS.
Il volume dei CD di questo periodo variano molto, a causa delle differenti filosofie dei mastering engineer e delle altre persone coinvolte nel processo di mix e mastering.
Questo stile "caldo" del mastering divenne pratica comune nel 1994 ed ancora esistente.
Gli Oasis con (What's the Story) Morning Glory? raggiunsero una media di -8 dBFS su molte delle sue tracce. Nel 1997, Iggy Pop partecipò al remissaggio ed alla rimasterizzazione dell'album del 1973 Raw Power degli Stooges, creando un album che attualmente è probabilmente il più "rumoroso" disco rock mai registrato: ha una media di -4 dBFS!

Nel 2008 alcuni dischi raggiunsero addirittura la media di -3 dBFS!!



E ora che il cd è morto?? La loudness continua...

La fruizione della musica ormai è cambiata, il supporto cd è obsoleto.
Tuttavia ciò non ha contribuito a fermare la corsa al volume , anzi!
La supercompressione è una piaga che affligge ancora il mondo della musica.
La gente non si accorge di cosa sta succedendo appunto perchè non ci si trova più in una piccola stanza , tra amici, ad ascoltare l'ultima novità su un bell'impianto.
Ora si ascolta la musica in treno, in macchina, al lavoro; quindi in ambienti con alto rumore di fondo. Per superare il rumore di fondo ci vuole volume e per ottenere volume ci vuole compressione.

Molti ascoltatori però soffrono la mancanza di dinamica e il troppo volume, così come molti musicisti e produttori.
Lo stesso Bob Katz dice: "Ascoltare musica così alta danneggerà probabilmente le vostre orecchie più di quanto lo poteva fare la vecchia musica, perchè la vecchia musica aveva ampio respiro".
Anche i Red Hot Chili Peppers e il mastering engineer Steve Hoffman hanno rifiutato la supercompressione, tanto da rimasterizzare l' album Stadium Arcadium su vinile, così da fornire all'ascoltatore un suono davvero dinamico.

Ma questo non significa che tutti dovrebbero incidere di nuovo su vinile!

Un sound davvero dinamico si ottiene anche su un nomale supporto cd (o mp3!, si avete capito bene!), con tutti gli accorgimenti del caso.
Gli mp3 sono stati la questione più dibattuta e ancora nebulosa in campo di qualità audio.
All'inizio è stato spacciato per "è come il cd" poi invece è stato condannato.
Il problema sta a monte di tutto ciò, ovvero sta nella qualità di registrazione anche perchè l'mp3 più di tanto non può fare a livello di mantenimento di qualità, nonostante negli ultimi tempi i codec di compressione sono migliorati di molto.
La qualità sonora si deve "avere prima" e con prima si intende che gli strumenti utilizzati, i microfoni, i pre e tutto il resto dell' equipment deve essere di classe A.
Ovviamente anche il musicista fa la sua parte in questo processo...
In realtà tutto questo comprimere, perdere di qualità, abbandonare la dinamica sta portando la gente a volere l'esatto opposto.
Molti musicisti e sound engineer stanno rifiutando la supercompressione e stanno tornando alla dinamica.

C'è ancora speranza quindi...

la loudness war prima o poi finirà anche perchè ora che tutti suonano alti uguale , cosa si può fare??
Anche la band di paese ormai con pochi soldi può registrare un disco che suona forte come l'ultimo dei Green Day.

Il popolo chiederà il ritorno alla dinamica e le case discografiche (ammesso che esisteranno ancora) dovranno adeguarsi e così i sistemi di fruizione consumer.
Alcuni sistemi come Itunes e Winamp hanno già un normalizzatore di suono al loro interno ,il Replay Gain o il Sound Check, che consente di ascoltare canzoni diverse ad un volume simile (anche l'Ipod ne ha uno).

La fine della loudness war e il conseguente ritorno alla dinamica è più che altro in mano ai consumatori. Questo perchè dagli alti vertici non c'è una vera spinta verso standard qualitativi più alti.

Come le canzoni suoneranno dipenderà interamente da quanto l'ascoltatore si preoccuperà realmente riguardo la complessità della musica.


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