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Marco Molteni:
Sound designer , sound engineer e studio owner.

venerdì, luglio 13, 2012

Come Quando Perchè : La Preproduzione

COS'è?


La preproduzione è il primo e più importante step nella realizzazione di un album.

Se dovessimo dividere in percentuali la quantità di lavoro da dedicare ad ogni step di produzione (per cui : preproduzione, recording, editing , mixing e mastering) , direi quanto segue:


-Preproduzione : 50%

-Recording: 25% 

-Editing: 5%

-Mixing: 15%

-Mastering: 5%





Stupiti dallo stupore?!

Quello che vi ho appena scritto è il workflow ideale per vincere (quindi, per non accontentarsi di un risultato mediocre).


La preproduzione è la chiave per individuare per tempo non solo i punti forti e deboli di ogni brano, ma anche le qualità e le carenze delle persone in gioco.
Se individuiamo le qualità e le carenze di ogni componente della band possiamo intervenire ed avere il tempo necessario per migliorare le qualità e annullare i difetti:

Questo perchè prima del giro di basso figo o dell'assolo perfetto , arriva chi lo suona, la persona!

Per il produttore è spessissimo un lavoro di psicologia più che di arrangiamento vero e proprio (mi sento sempre di più un life coach!).
E per la band è un lavoro su se stessi come persone coinvolte nel progetto e come comunicatori della propria idea musicale. 

Ci sono anche casi in cui è inutile preprodurre; si parla infatti di band freejazz o che suonano generi molto sperimentali di elettronica o noise.

Per il resto dei generi la preproduzione è necessaria come l'acqua nel deserto.



















 

COME FUNZIONA?


Per prima cosa incontro la band in una situazione di agio, in cui ci si rilassa e si parla liberamente del progetto.

Inizio a tastare il terreno : dove vogliamo andare a parare dal punto di vista delle sonorità? dell'uso dei clichè? dell' innovazione? e della sperimentazione?


Ascoltiamo insieme registrazioni della band in sala prove o di precedenti lavori e ascolti di riferimento: lo si fa per capire cosa non è andato in precedenza, cosa attingere dai dischi di altri e per stendere la palette sonora del "come voglio che il mio disco non suoni".

Una volta definite le idee si passa al lavoro in sala prove.

Sono anche attento all'interazione tra gli "esseri suonatori" presenti nella stanza, perchè (prendo ad esempio una band pop rock con elettronica) basso e batteria sono il motore;
devono dialogare liberamente ed essere un tutt'uno, sincronici.
Perchè le chitarre e la voce sono i veicoli del messaggio, dell'emozione , responsabili delle tensioni armoniche, così come le tastiere (o l'elettronica) sono l'amalgamo e le fautrici delle aperture.
Oggi determinano anche il grado di sperimentazione di un disco.

In sala prove di solito di procede dalle fondamenta al tetto quindi si comincia con la relazione batteria e basso, andando a potenziarne o a correggerne determinati ambiti come per esempio:

 - sincronicità e dinamismo in relazione ai momenti del brano.

- spazi, aperture e chiusure (rullate per la batteria ed eventuali note di completamento per il basso) 

- arrangiamenti alternativi (in base alla palette sonora)


 Le pennate di chitarra vanno di pari passo alle pennate del basso , ne tengono conto e hanno un ulteriore riferimento nei pattern di batteria. I riff o gli arpeggi migliorano, sono più definiti senza essere snaturati. Se c'è più di una chitarra si presta attenzione all'interazione delle parti , alle armonizzazioni e incastri ritmici.

Per le tastiere e la voce l'argomento è più delicato, infatti fanno spesso da ago della bilancia e di solito si trattano a parte: ovvero dopo avere fatto delle registrazioni a tracce separate in presa diretta di tutti i brani . Così da avere la possibilità di intervenire più con calma.

Questo è il momento di lavoro più lungo, ma è anche quello più artistico, in cui si sperimentano arrangiamenti alternativi, linee vocali , armonizzazioni, inserimenti di elettronica, suoni concreti , ecc. 


LA VOCE



La voce è fondamentale per ogni stile e genere musicale.

La proproduzione vocale al Mordecai Recording Studio comprende il vocal coaching per esaltare i pregi e declassare i difetti o le qualità indesiderate.

Essendo la voce rivelatrice del nostro intimo, per un cantante questo passaggio risulta essere un gran lavoro sulla propria personalità (oltre che sulla tecnica).
Molte volte ne esce caratterialmente arricchito, più sicuro di sè e "magnetico";

Nella voce è racchiuso un grande potere che se svelato, aumenta anche il carisma personale con conseguente miglioramento nel raggiungimento di risultati sia nella band che nella vita. 


 Spesso non ci si ferma dal preprodurre la voce finchè non si è in fase di mix, anche perchè mentre si registra in studio avviene il grande passo, la vera interpretazione del brano e la vera performance.

Con la voce è sempre tutto in divenire.

  


ULTIMO STEP


 Una volta completato il lavoro di preproduzione  e si è giunti convinti alla decisione di iniziare la registrazione, si varano le possibilità sonore di ogni strumento, tirando fuori il meglio dalla strumentazione che la band possiede.

Tendo a sconsigliare il noleggio di strumentazione per le registrazioni a meno che non sia strettamente necessario o  il musicista non abbia intenzione poi di acquistare il prodotto in questione.

Credo sia molto meglio restringere la palette sonora di chitarre e basso a quello che la band ha ed è abituata ad usare;

E' più efficace sperimentare soluzioni anche molto diverse con gli elementi della batteria, le tastiere, l'elettronica e soprattutto la voce.

Restringere la palette non significa avere il solito suono o un suono banale, anzi, significa avere un punto di partenza solido da adornare poi con tutto il rimanente ventaglio di possibilità.


CONCLUSIONE


Spero di averti fatto capire quanto sia importante arrivare consapevoli e preparati in fase di  recording, così da minimizzare le sorprese e passare veramente da "idea" a "realtà" senza compromessi...  






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