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Marco Molteni:
Sound designer , sound engineer e studio owner.

martedì, marzo 23, 2010

Cos'è il range dinamico e il problema della loudness war

E' ciò a cui tutti stiamo rinunciando da 10 anni a questa parte.
Faccio un esempio: stai ascoltando il tuo cd preferito dei Pink Floyd sullo stereo di casa e per sbaglio premi il tasto "change CD".
Tutto tranquillo finchè il cd player sta togliendo il disco che stavi ascoltando per suonare qualsiasi cosa si trovi nell'altra sede del lettore.
Disperatamente ti esibisci in un tuffo carpiato per raggiungere la rotella del volume ma è troppo tardi, l'impianto sta già esplodendo per l'ultimo dei Green Day.
Dopo essere stato investito da un'onda d'urto finalmente riesci a tirare giù il volume e tiri un sospiro di sollievo;
Solo che 10 minuti più tardi inizi a sentire che c'è qualcosa che non va. L'album ti piace molto ma non riesci ad andare avanti ad ascoltarlo. Allora stanco, deluso e confuso spegni tutto.
Questo sembra succedere ogni volta che cambi da un disco classico ad un disco moderno.
Quello che hai appena vissuto si chiama sovracompressione della gamma dinamica.


WELCOME TO THE LOUDNESS WAR!



La guerra del volume è un vero e proprio assalto alla musica (e alle orecchie) ed è stato il segreto di Pulcinella dell'industria discografica dalle ultime due decadi fino ad oggi. Negli ultimi tempi ha raccolto grandi consensi col risultato di volumi sempre più spinti e canzoni sempre più piatte.
La guerra deriva dal desiderio di artisti e produttori di creare dischi che suonino ad un volume sempre più alto o perlomeno maggiore di quello degli artisti e delle etichette discografiche concorrenti.
Bene!
Ma Il problema non è solo quello di ascoltare musica dinamicamente piatta ad un volume insostenibile; il problema vero è che la loudness war sta arrestando i progressi tecnologici della qualità sonora negli anni a venire.

Ecco un'esempio grafico del danno che la loudness war ha fatto negli ultimi 20 anni. Questa è la differenza tra l'onda sonora di una canzone anni 80/90 e una di adesso:



Forma d'onda ANNI 80/90



Forma d'onda di adesso









La seconda forma d'onda è supercompressa, ciò significa che c'è poca differenza tra i picchi e le zone più tranquille del suono. La gamma dinamica di questa canzone è stata drasticamente ridotta.

La musica ,come il parlato, è DINAMICA!

Ci sono momento di tranquillità e momenti di forte intensità (come gli accenti musicali);
Per esempio se una persona parla sottovoce e all'improvviso si mette ad urlare, pur dicendo magari le stesse cose, il significato (nonchè il volume) cambia.
Quindi la dinamica è parte fondamentale della comunicazione musicale.
Quando il dynamic range viene ridotto è come se una persona continuasse ad urlare tutto ciò che dice.
Così non solo si perde l'impatto ma il livello sonoro è sempre costante e così alto da risultare dannoso per l'orecchio.


Dunque perchè si è deciso di sacrificare tutto per il raggiungimento di un volume sempre più alto?

La loudness è sempre stata desiderabile per la musica popolare tradizionale.
Più forte una canzone suona , tanto più sarà distinguibile dal rumore ambientale di fondo e di conseguenza catturerà l'attenzione dell'ascoltatore.
La gente si basa usul valore medio di intensità e non in base alla intensità di picco per giudicare un suono come "più alto". Così, anche se due canzoni raggiungono lo stesso livello di volume in decibel (dB) in un determinato punto , quella con il più alto valore medio sarà percepita come la più forte.
Già nei primi anni '60, le case discografiche si impegnarono nella loudness war quando si accorsero che con i Jukebox , più una canzone suonava forte più catturava l'attenzione dell'ascoltatore.
Il volume divenne oggetto di concorrenza ma le proprietà fisiche dei vinili non consentivano chissà quale aumento di SPL (pressione sonora).
Il mastering su vinile infatti è sempre stato un compromesso tra volume e tempo.

L'avvento del cd venne percepito come un nuovo carburante per la loudness war.
Infatti la gamma dinamica del cd è 96 db contro i circa 70 del vinile.
Tuttavia la compressione non fu subito abusata, infatti si possono ascoltare degli splendidi dischi dei primi anni 80 che sfruttavano tutti i pregi del cd : ampia gamma dinamica, assenza di fruscio e minutaggio maggiore.
L'abuso però non si fece attendere; il jukebox era ancora in voga e i pezzi cominciarono a suonare sempre più forte.
La tecnologia del cd unita ai nuovi compressori digitali, più potenti di quelli analogici, difatti ha permesso di supercomprimere il segnale, aumentando il valore medio e riducendo sempre di più la headroom, cioè lo spazio tra i segnali di valore medio e i segnali di picco.
Se per esempio una canzone non eccessivamente compressa ha i suoi valori di picco a 0 dBFS (zero decibel full scale, dato che un segnale digitale non può eccedere lo zero senza clippare), il suo livello medio sarà attorno a -18 dBFS.
Questa era la logica classica di compressione e di conseguente fruizione della musica da parte degli ascoltatori fino a metà anni '80.
Quando questa decade finì, cominciarono a comparire i primi CD con un livello più forte, ed il volume superò via via il limite digitale fino a raggiungere il clipping; i picchi delle registrazioni quindi si avvicinarono al limite dei 0 dB.
Agli inizi degli anni '90, le registrazioni suonavano forte abbastanza da raggiungere ad ogni picco (o su tutti), gli 0 dBFS.
Il volume dei CD di questo periodo variano molto, a causa delle differenti filosofie dei mastering engineer e delle altre persone coinvolte nel processo di mix e mastering.
Questo stile "caldo" del mastering divenne pratica comune nel 1994 ed ancora esistente.
Gli Oasis con (What's the Story) Morning Glory? raggiunsero una media di -8 dBFS su molte delle sue tracce. Nel 1997, Iggy Pop partecipò al remissaggio ed alla rimasterizzazione dell'album del 1973 Raw Power degli Stooges, creando un album che attualmente è probabilmente il più "rumoroso" disco rock mai registrato: ha una media di -4 dBFS!

Nel 2008 alcuni dischi raggiunsero addirittura la media di -3 dBFS!!



E ora che il cd è morto?? La loudness continua...

La fruizione della musica ormai è cambiata, il supporto cd è obsoleto.
Tuttavia ciò non ha contribuito a fermare la corsa al volume , anzi!
La supercompressione è una piaga che affligge ancora il mondo della musica.
La gente non si accorge di cosa sta succedendo appunto perchè non ci si trova più in una piccola stanza , tra amici, ad ascoltare l'ultima novità su un bell'impianto.
Ora si ascolta la musica in treno, in macchina, al lavoro; quindi in ambienti con alto rumore di fondo. Per superare il rumore di fondo ci vuole volume e per ottenere volume ci vuole compressione.

Molti ascoltatori però soffrono la mancanza di dinamica e il troppo volume, così come molti musicisti e produttori.
Lo stesso Bob Katz dice: "Ascoltare musica così alta danneggerà probabilmente le vostre orecchie più di quanto lo poteva fare la vecchia musica, perchè la vecchia musica aveva ampio respiro".
Anche i Red Hot Chili Peppers e il mastering engineer Steve Hoffman hanno rifiutato la supercompressione, tanto da rimasterizzare l' album Stadium Arcadium su vinile, così da fornire all'ascoltatore un suono davvero dinamico.

Ma questo non significa che tutti dovrebbero incidere di nuovo su vinile!

Un sound davvero dinamico si ottiene anche su un nomale supporto cd (o mp3!, si avete capito bene!), con tutti gli accorgimenti del caso.
Gli mp3 sono stati la questione più dibattuta e ancora nebulosa in campo di qualità audio.
All'inizio è stato spacciato per "è come il cd" poi invece è stato condannato.
Il problema sta a monte di tutto ciò, ovvero sta nella qualità di registrazione anche perchè l'mp3 più di tanto non può fare a livello di mantenimento di qualità, nonostante negli ultimi tempi i codec di compressione sono migliorati di molto.
La qualità sonora si deve "avere prima" e con prima si intende che gli strumenti utilizzati, i microfoni, i pre e tutto il resto dell' equipment deve essere di classe A.
Ovviamente anche il musicista fa la sua parte in questo processo...
In realtà tutto questo comprimere, perdere di qualità, abbandonare la dinamica sta portando la gente a volere l'esatto opposto.
Molti musicisti e sound engineer stanno rifiutando la supercompressione e stanno tornando alla dinamica.

C'è ancora speranza quindi...

la loudness war prima o poi finirà anche perchè ora che tutti suonano alti uguale , cosa si può fare??
Anche la band di paese ormai con pochi soldi può registrare un disco che suona forte come l'ultimo dei Green Day.

Il popolo chiederà il ritorno alla dinamica e le case discografiche (ammesso che esisteranno ancora) dovranno adeguarsi e così i sistemi di fruizione consumer.
Alcuni sistemi come Itunes e Winamp hanno già un normalizzatore di suono al loro interno ,il Replay Gain o il Sound Check, che consente di ascoltare canzoni diverse ad un volume simile (anche l'Ipod ne ha uno).

La fine della loudness war e il conseguente ritorno alla dinamica è più che altro in mano ai consumatori. Questo perchè dagli alti vertici non c'è una vera spinta verso standard qualitativi più alti.

Come le canzoni suoneranno dipenderà interamente da quanto l'ascoltatore si preoccuperà realmente riguardo la complessità della musica.


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6 commenti:

  1. Complimenti per il post Marco, pubblicato su FB immediatamente... Keep it up!

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  2. Verifica il livello dell'ultimo disco dei Metallica...Death Magnetic...terribile, uno schifo

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  3. Ciao,
    sto ultimando un romanzo il cui protagonista è un sound engineer, che a una cena con musicisti lamenta proprio quanto tu hai scritto.
    Mi ha fatto piacere che il problema sia riscontrato anche da un vero tecnico di registrazione audio!
    Francesco

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  4. Sono d'accordo.Amo la musica e sono per la qualità assoluta.Grazie.

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